"[...] Fu allora che mi staccai di colpo, quasi spingendola via e lasciandola con gli occhi spalancati, esterrefatta dalla mia reazione, di questo ne ero certo. Volevo ancora ferirla, lo volevo fare e provai anche una sensazione di piacere nel farlo.
«Non potrai mai negarlo, Kenna. È ciò che sentiamo entrambi, è ciò che ci lega. Siamo due metà di una mela; potrai cercare di fuggire in ogni modo da questa realtà, ma ti tormenterà ogni notte se io non sarò nel tuo letto.»
La sua reazione fu immediata: osservai i suoi occhi sprizzare scintille, poi sbiancò in volto e cercò di colpirmi di nuovo, ma le fermai il braccio, ridendo. Ero isterico: stavo facendo la parte del bastardo ed era proprio quello che volevo. Dovevo scuoterla se desideravo ottenere una reazione. Dovevo farla incazzare, qualunque cosa sarebbe stata meglio che quell’apatia che ci aveva coperto con una coltre polverosa e puzzolente per tre lunghi anni.
«Ti odio!» mi urlò.
«Non è vero e lo sai» le risposi, il tono ora calmo.
«Vattene via da qui, subito!»
Oh, lo avrei fatto, e l’avrei lasciata a fare i conti col tornado che avevo scatenato [...]"
#LaMercantediRicordi
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